Doppio Diploma, il cerchio si chiude

DOPPIO DIPLOMA, IL CERCHIO SI CHIUDE

Immagina un muro bianco. E davanti a questo muro ci sei tu con un pennello. E cominci a disegnare un cerchio che si conclude dove tutto è iniziato, senza sbavature. Una figura perfetta nella sua dimensione, magari con qualche piccolo tentennamento ma bellissima da vedere. Si chiude così il Doppio Diploma. Con una cerimonia che ti mette di fronte alla tua opera e non puoi che esserne soddisfatto.

Caro studente, siamo giunti ai saluti. Ma prima una giornata caldissima, dove il sudore delle mani è pur sempre quello dell’emozione. Tocco bianco e stola bianca, il tuo nome chiamato e un diploma fermo nelle mani. Da domani il tuffo in mare aperto. Ma le spalle sono parecchio larghe per affrontare quelle onde che sembravano così alte quando eri piccolo nella tua paura di essere inadeguato. E, invece, sei qui.

Palazzo dello Sport di Verona, sei uno dei cinquecento diplomati, sei uno dei duemila presenti. Tacchi sicuri o scarpa da basket, poco conta. Il Doppio Diploma ti ha dato chiavi di lettura, adesso si aprono mondi diversi. E tu sei quello che fai e non quello che dici farai. Le parole di Jung danno forza a quel Richard Collins che ti spiega quanto sia necessario far tesoro di questo principio. È il cerchio, ricordi? Sei partito facendo, senza dire quello che avresti fatto. Sei stato quello che Carlo Cipolla definiva intelligente: hai portato benefici a te stesso con l’inconsapevole volontà di portarne alla comunità di cui fai parte. Inconsapevole perché non è tempo di pensare agli errori del passato, non è tempo di pensare al futuro. È il tempo di pensare al tuo presente.

Caro studente, oggi quel muro torna bianco ma nelle tue mani c’è la capacità di tracciare un nuovo percorso. Grazie al Doppio Diploma? Forse. Grazie a te stesso? Sicuramente. A noi non resta altro che predisporre nuova vernice per chi seguirà il tuo splendido esempio.