Oggi ricorre un anniversario importante, sono passati vent’anni da ciò che viene universalmente ricordato come il 9/11, uno dei capitoli più oscuri della storia moderna.
Alcuni doppio diplomini durante il ciclo di conferenze Let’s Get Inspired, hanno avuto il privilegio di conoscere William Raff, un sopravvissuto del terribile attacco.
Oggi vorremmo ricordare le storie di tutte le persone che hanno perso la vita quel giorno, divulgando la testimonianza di Alberto. Direttamente da Padova, il nostro doppio diplomino ha incontrato online il signor Raff e vuole raccontarci come è andata.
9/11: la storia di un sopravvissuto
“La prima cosa che mi ha colpito del signor Raff era la precisione con cui ricordava i dettagli di quello che doveva essere un giorno qualsiasi e si è trasformato invece in un incubo per l’umanità.
William ci ha spiegato che era una mattina come tante altre e che ricordava un cielo ancora più blu del solito. Lo aspettava una regolare giornata di lavoro, fatta di una routine rassicurante e scandita di impegni. Come al solito aveva preso la metro per andare al World Trade Center, dove era impiegato in una nota succursale di una banca giapponese. La sede era situata nella South Tower tra il piano 79 e l’82. Ha preso l’ascensore per raggiungere il suo ufficio, al piano 82, alle 8:30. Si apprestava a cominciare la sua giornata con un bagel e un caffè leggendo le mail da Tokyo. Non ha mai finito quella colazione, perché alle 8:46 è accaduto qualcosa che nessuno sarebbe riuscito a processare. Un collega lo ha avvisato che proveniva uno strano fumo dalla North Tower ed è così cominciata l’evacuazione della Torre n.2.
Era uno sgombero un pochino titubante, nonostante un annuncio radio in cui si comunicava che un aereo si era schiantato contro la torre vicina.
Eppure, William pensò che davanti alla prospettiva di un presunto incidente di uno schianto aereo fosse improbabile l’evenienza di un secondo attacco. Nessuno poteva sapere che era solo l’inizio di un’epopea e che sarebbero seguiti altri tre disastri aerei pilotati dall’odio.
Il secondo schianto avvenne poco dopo. Il volo United Airlines 175, alle 9:03 devastò i piani tra il 78 e l’85, il punto di impatto fu l’ufficio di William Raff.
Il terzo e il quarto attacco erano rivolti rispettivamente al Pentagono e a Washington. Il coraggio dei passeggeri presenti sull’aereo destinato a devastare Washington ha permesso una ribellione interna alla cabina di volo. L’aereo infatti non colpì l’obiettivo previsto e precipitò in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, alle 10:03. Si ritiene che l’obiettivo di questo dirottamento sarebbe potuto essere il Campidoglio di Washington o la Casa Bianca.
Avevo la pelle d’oca solo a sentirle quelle storie, eppure l’uomo che avevo davanti, con un coraggio stoico e la consapevolezza di essere ancora miracolosamente vivo non mostrò un attimo di esitazione nel raccontare il suo 11 Settembre.
Pur tremando per l’adrenalina dell’evacuazione Raff realizzò il terribile quadro che aveva davanti solo una volta tornato a casa, quando dal suo appartamento vide le torri in fiamme.
A quel punto, anche a distanza di vent’anni dal 9/11 tutti noi ci stavamo chiedendo che cosa, perché e chi avrebbe mai potuto architettare un attacco di quella portata.
William era al telefono con un amico dall’Australia, quando al posto delle Torri Gemelle tutto d’un tratto ha visto solo il blu del cielo.
Non so come avrei reagito io se al posto suo avessi visto tutto ciò che conoscevo crollare su se stesso.
Purtroppo le morti non finirono quell’11 Settembre. Tantissime persone accorse per prime per aiutare sul luogo dell’incidente respirarono fumi e sostanze tossiche e tutt’oggi ne riportano i danni. Più di 2000 soccorritori e pompieri sono morti di cancro per le conseguenze delle esplosioni.
La sensazione di essere sotto attacco durò ancora per molto tempo dopo il 9/11 e spesso questa paura si trasformò addirittura in paranoia.
Nonostante tutto ciò che ha vissuto sulla sua pelle William continua a sostenere che ci sia del buono nelle persone, senza negare però l’esistenza di un lato oscuro nella mente di un’umanità capace di pensare, progettare e far accadere un attacco di distruzione di massa come quello del World Trade Center e in seguito di lasciar accadere disordini, caos e uccisioni in Iraq e Afghanistan, una reazione molto forte a un crimine contro la democrazia commesso da Al Qaeda e Bin Laden.
“There’s a dark side to the human potential, when fear displaces the capacity to love than the potential for hate and destructive acts and great suffering can be realized unfortunately”
William Raff mi ha insegnato molte cose, in primis quella di non dare nulla per scontato. Un secondo prima stai facendo colazione alla tua scrivania e e poi il tuo ufficio diventa il punto di impatto di un attacco kamikaze. Mi ha insegnato che non si contesta l’uomo ma l’ideologia fanatica che anima intenti malvagi.
Mi ha insegnato anche che se noi viviamo il presente con cura non possiamo non accorgerci che nell’umanità il bene esiste e che è una scelta che va sempre seguita e incoraggiata.”
Alberto ci ha raccontato le sue impressioni e le emozioni che ha provato sentendo il racconto in prima persona di un uomo che è diventato un sopravvissuto del 9/11, uno dei capitoli più oscuri della storia odierna. Se anche voi volete rivedere l’incontro con William Raff potete trovarlo cliccando qui.
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